LOCATOR 

 

 

Un tempo si utilizzavano per la localizzazione dei terriers diversi metodi come: tubi di gomma introdotti nelle tane per ascoltare, pali cavi conficcati nel terreno, campanelle poste al collo dei cani, il classico “orecchio a terra” sopra un buco trivellato nella vicinanza del debole segnale che proveniva dal sottosuolo, alla ricerca di abbai ed informazioni (metodi ancora in uso in caso di rottura o mal-funzionamento dei sistemi elettronici).

Oggi la tecnologia è arrivata anche nel settore del lavoro in tana con i terriers e l’aiuto che dà è fondamentale per il giusto utilizzo dei cani in questa disciplina. Stiamo parlando dei “locators”, ovvero i collari elettronici utilizzati per sapere l’esatta posizione dei terriers nel sottosuolo e permettere così ai conduttori di scavare con una certa precisione fino al loro ausiliario. Tali collari sono costituiti da una trasmittente alimentata con 2 batterie da orologio-sveglia, e da una ricevente chiamata “box” che l’uomo utilizza nel reperire il segnale di posizione del cane. Questo box è regolabile in quanto a potenza ricevente, e consente di stabilire a quanta profondità si trova il cane ed il selvatico che inevitabilmente è a pochi centimetri di distanza.
Tale strumento è in realtà il famoso “ferret locator”, cioè il sistema di localizzazione che si utilizzava con i furetti nella caccia in tana ai conigli. È stato in un secondo tempo testato nel lavoro con i terriers e si è visto che poteva dare un supporto importante a tale disciplina; oggi fa parte dell’equipaggiamento standard di ogni terrierman. Ci vuole un pò di pratica nell’imparare il corretto utilizzo del collare localizzatore, ma una volta presa dimestichezza con lo strumento, diventa indispensabile nel lavoro in tana.
I locators più utilizzati sono quelli fabbricati dalla “DEBEN” (Deben Group Industries) da 15 feet (*), circa 4,57m, ed hanno una bassissima soglia di errore (attualmente è in fase di studio un nuovo localizzatore digitale che sembra promettere risultati migliori e più pratici).

La semplice localizzazione del terrier se non completata dall’azione del “digging”, sarebbe fine a se stessa. Ogni terrierman e sportman che si rispetti, è dedito a tale disciplina e la considera parte integrante del lavoro e dello sport. Il digging consiste nello scavare con una certa precisione fino al cane e al selvatico, al fine di portare un supporto all’ausiliario e di risolvere la situazione con il nocivo il più rapidamente possibile. Non si cerca mai della violenza inutile e si porta il massimo rispetto al cane e al suo antagonista. Lo scavo va effettuato seguendo una tecnica ben precisa e si cerca di farlo nel modo più corretto e veloce: le pareti vanno sempre squadrate verticalmente, per permettere di andare il più profondo possibile (ci sono casi in cui il digging è andato fino a 3 – 4 metri e più). Non è una cosa da tutti l’arte del digging e ci vogliono cani gameness che non mollano il selvatico, tenendolo fermo in un punto preciso della dimora. Sono indispensabili buone braccia per scavare e una passione incrollabile per il lavoro in tana.

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(*) 1 feet = 30,48 cm

 

 DIGGING