SAPIENTIA DE CANIBUS 

Nella Terra e nel Fango (Daniele Piacentini)
Hunt and Working Terriers (Captain Jocelyn M. Lucas M.C.)
Badger Digging with Terriers (David Harcombe)
The Fell Terrier (D. Brian Plummer)
E l’uomo incontro il cane (Konrad Lorenz)
Sporting Terriers (Pierce O’Conor)
The Working Terrier Year Books (David Harcombe)
Dig Deep, Throw Well Back (Jonathan Darcy)
Working Terriers (J. C. Bristow Noble)
The Staffordshire Bull Terrier (Jack Barnard)
The Staffordshire Bull Terrier (Joseph Dunn)
Working Terriers (Dann Russell)
The world of the Working Terrier (David Harcombe)
Working Terriers, Badger & Badger Digging (H.H. King)
I Terriers di tipo Russell (Daniele Piacentini)
The Working Terrier Year Books (David Harcombe)
The Working Bedlington (John Glover)
The Sealyham Terrier: its Working for Sport (Captain Jocelyn M. Lucas M.C.)

 

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“Nella Terra e Nel Fango” descrive l’unione rappresentata dall’uomo e terrier e racconta una parte della vita dell’ autore Daniele Piacentini: un terrierman che ha una grande passione per un mondo che ormai è in estinzione. Sono state raccolte le uscite memorabili e documentabili, ognuna con dei particolari diversi. Naturalmente i principali protagonisti sono i “terriers” e la caccia in tana effettuata in diversi paesi europei, accompagnati da noti terriermen oppure semplici sportmen. Lo scritto narra episodi che appassioneranno chi ha i working terriers, chi vuole avvicinarsi a questo mondo, oppure chi vuole capire la vita di chi lavora con i terriers e avvicinarsi al suo particolare pensiero. Spazia dalle giornate di caccia alla descrizione di ogni singolo cane e relativo stile, compresi pregi e difetti, accompagnando il lettore dentro gli eventi come se fosse presente fisicamente. Nessuna esaltazione di una particolare razza, ma un autentico libro dove l’importante è il terrier work e gli uomini in grado di far lavorare i cani con lo stile della vecchia scuola… tratto dal libro (pag. 6): Quando si è su una tana in più persone, con un buon terrier che sta dando il massimo e tutti vedono la stessa cosa, scavando allo stesso modo, interpretando gli eventi con il medesimo criterio, soltanto allora si può veramente dire di aver capito lo spirito dei working terriers e del lavoro con essi.”

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Un classico della letteratura inglese, un volume che ha fatto storia: “Hunt and Working Terriers” del Captain Jocelyn M. Lucas M.C., edito nel 1931 e ristampato più volte negli anni a seguire. È più di un semplice scritto, è un lavoro mastodontico curato in ogni aspetto, che spazia nella descrizione dei terriers utilizzati in lavoro come Jack Russells, Fox Terriers, Lakelands o Patterdales, Borders, Sealyhams, ecc…; parla degli animali cacciati con i terriers nel mondo: volpi, tassi, istrici, sciacalli, cinghiali, lontre ecc…, con relative aree e nazioni dove vengono svolte tali attività venatorie: Europa, India, Cina, Stati Uniti D’America, Africa ecc… Nel libro ci sono illustrazioni degli strumenti usati nella caccia in tana; si parla dell’organizzazione dei canili, e ci sono i pareri di più allevatori. C’è perfino uno schema dei vari gruppi di Foxhounds che all’epoca operavano, con specificato il tipo di territorio e relativi terriers utilizzati, in più vengono riportati i nomi dei masters. Lucas addirittura è riuscito, tramite una corrispondenza prolungata, ad ottenere informazioni e pareri di tanti vecchi sportmen e masters; c’è chi gli ha risposto sul letto di morte. Il volume tratta con cura anche la tecnica del limiere, già conosciuta in quell’epoca e della quale oggi se ne parla molto con un interesse sempre più crescente. Si può considerare questo libro come una vera “bibbia” per il terrierista, ed è stato di stimolo per molti altri autori.

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David Harcombe pubblicò questo piccolo libro per raccontare la verità sulla caccia al tasso e relative motivazioni, al fine di mitigare l’isterismo che ruotava intorno a questo animale. Era l’epoca in cui la caccia al tasso era stata proibita e l’autore subì dei processi a causa di questo scritto. Harcombe voleva far capire che il tasso non era soltanto un grazioso animale, ma che per i terriers era senza dubbio il più feroce e forte antagonista. Ci teneva a descrivere il disagio di quei farmers (contadini) che si vedevano devastare i raccolti e le provviste alimentari dal tasso, ormai diventato intoccabile perché protetto. Ne è uscito un libro essenziale, diretto, piccolo nel formato ma grande nel contenuto, che consacrò Harcombe come uno degli autori più letti e rispettati dai terrieristi e terriermen britannici. Le controversie avute con la legge e le critiche mosse dagli ambientalisti, hanno avuto un effetto contrario a quello desiderato e in pochissimo tempo “Badger digging with terriers” è diventato popolarissimo e richiesto in tutti i negozi di “sporting books” (librerie specializzate nei testi di sport a contatto con la natura); a tal punto che oggi la prima versione è possibile comprarla soltanto all’asta, con un prezzo base di Sterline 100,00 - l’equivalente di circa Euro 150,00. Un successo meritato per uno degli ultimi autori “nostalgici” di un mondo in via di estinzione.

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Brian Plummer è stato uno degli scrittori più prolifici in materia di terriers e sport. Ha pubblicato molti volumi che ancora oggi sono tra i più richiesti e si distinguono per lo stile pulito del linguaggio, B. Plummer era un insegnante oltre che terrierman, una narrativa dettagliata e completa, che si avvale in ogni sua opera di ricerche minuziose. Vi presentiamo il libro “The Fell Terrier”, il testo più completo che mai è stato scritto su questi tipi di terriers selezionati nella contea dei laghi, situata nel Nord dell’Inghilterra e caratterizzata da un territorio roccioso. Uno scenario suggestivo, che evoca giornate di caccia in un contesto duro, dove ogni forma di debolezza viene sopraffatta dalla realtà del posto che non regala niente. Nel libro si trovano i profili di terriermen famosi che nella loro terra d’origine sono diventati leggende; personaggi integranti del mondo folcloristico delle Fells. Si va da Tommy Dobson, Cyril Bray, Frank Buck, ecc… uomini le cui linee di terriers le ritroviamo ancora nei cani di oggi. Addirittura a Tommy Dobson è stata dedicata una statua in sua memoria, che immortala questo piccolo–grande sportman. Nelle vallate montuose hanno avuto origine i migliori “Working Terriers” esistenti, tipo i Lakelands, i Patterdales e tutti quei cani che venivano semplicemente chiamati Fell Terriers, cioè i terriers delle Fells “vallate”. B. Plummer si è dedicato a fondo per la creazione di quest’opera, che lo ha portato ad intraprendere numerosi viaggi nel Lakeland District per reperire materiale e testimonianze della gente delle “Fells” e dei loro cani: una razza rimarcabile di uomini e terriers.

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Vogliamo segnalarvi un libro che non parli di terriers, ma un classico della letteratura cinofila: “E l’uomo incontrò il cane” di Konrad Lorenz. Tutti conoscono questo personaggio diventato famoso nel 1973 quando gli fu assegnato il premio NOBEL, ma parte della reputazione gli deriva dai suoi libri di straordinaria semplicità e competenza. Uno degli scritti di Lorenz più conosciuto e letto è “L’anello di Re Salomone” e naturalmente quello di cui faremo la recensione. Si può affermare che è grazie a questo studioso che oggi si usano le parole “imprinting” ed “etologia”. Nel dizionario della lingua italiana, di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, la definizione è la seguente: <<etologia, lo studio comparativo dei caratteri e dei costumi individuali o etnici. Disciplina biologica, fondata da Konrad Lorenz (1903 – 1989), che studia le abitudini e i costumi degli animali, e l’adattamento delle piante all’ambiente>>. E l’uomo incontrò il cane è arrivato alla sua 33ma edizione, segno chiaro dell’interesse senza tempo per quest’opera. Oggi lo si può trovare in formato tascabile ed è pubblicato dalla Adelphi. Il libro è affascinante ed istruttivo e si addentra nella teoria del primo incontro tra l’uomo e l’antenato degli odierni cani. Lorenz fa anche affermazioni sulla possibilità che il cane non discenda soltanto dal lupo, ma anche dallo sciacallo, attribuendo al primo il nome di CANIS LUPUS e al secondo il nome di CANIS AUREUS, a questa sua dichiarazione seguono gli studi sul comportamento e gerarchie legate alle origini. Ad ogni affermazione arrivano puntuali delle osservazioni fatte dall’etologo su animali da lui posseduti e studiati in maniera pratica ed obiettiva. Lorenz in ogni suo studio si è limitato più al ruolo di osservatore che a quello di padrone – addestratore. Di grande fascino il capitolo sulla fedeltà che il cane dimostra al capobranco – umano. Interessantissime le accuse mosse dal premio NOBEL nei riguardi degli allevatori, colpevoli secondo lui di essere scesi a compromesso tra il bello ed il valido in senso di prestazioni ed utilità, a tal punto che oggi nei così detti cani di razza si trovano tutte quelle problematiche caratteriali – comportamentali che hanno portato al regredire delle caratteristiche del “cane”. Fa esempi tra i meticci e gli esemplari puri, prendendo in esame anche molti dei suoi animali. Si tratta di un libro che ogni appassionato o proprietario di cani dovrebbe leggere, e che sicuramente stimolerà l’interesse nel capire meglio i migliori amici dell’uomo.

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“Sporting terriers. Their history, training & management” è un testo che fa parte della storia della letteratura dedicata ai terriers e lo sport. L’autore, Pierce O’Conor, faceva parte di quegli uomini di campagna dediti alla caccia ai nocivi ed agli animali da tana. Vissuto negli anni d’oro del lavoro con i cani, un’epoca dove virtualmente ogni nocivo era considerato “fair game” e nessuna legge lo proteggeva, O’Conor ci introduce in tale ambiente in maniera rivoluzionaria e carica d’atmosfera. Il primo scritto dell’opera risale al 1929 e creò un vero cambiamento tra gli appassionati narratori, perché aveva caratteristiche uniche: un approccio al soggetto di caccia molto distinto dallo stile blando e non tecnico di chi scriveva sugli sport venatori. Tutto questo all’inizio del ventesimo secolo. Nel libro si trovano capitoli sugli “sporting terriers” e la loro storia, sulla caccia alla volpe, al tasso, alla lontra, alla faina, ai ratti, lepri e conigli selvatici. Ci sono disegni degli strumenti utilizzati nel “badger digging”, lo sport della caccia al tasso; vi troviamo illustrazioni e consigli per il ratting e relativi stratagemmi per l’affumicamento delle tane e, cosa singolare per quel periodo, un disegno – prototipo di tana artificiale. Sporting Terriers è: pagine di storia del passato da riscoprire in un’epoca recente.

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I working terrier year book sono nati come collana pubblicata da “Fieldfare Publications” e curata dal terrierman David Harcombe, che ha realizzato 8 volumi di grande valore e interesse per l’ambiente dei terriers da lavoro. Oggi questi annuari non sono più reperibili. La casa editrice inglese Tideline Books ha raggruppato i primi 3 volumi in un libro intitolato “The Working Terrier Year Books 1978 – 1981” che ha avuto un grande impatto e successo tra i terrieristi britannici. Vi si trova del materiale del passato, delle interviste a terriermen dell’epoca (scelti per la capacità nel lavoro e non per la notorietà) che spiegano il perché della scelta per una determinata razza. Ci sono recensioni di libri, presentazione dei game fairs e country shows rinomati, articoli di sportmen e gente comune. Gli appassionati vi trovano passaggi sulla “taxidermia”, l’arte dell’imbalsamazione. Si parla di ratting, di caccia alla volpe e tasso, ecc… Indubbiamente il protagonista principale è il TERRIER. Un’autentica finestra sulla storia del mondo dei working terriers aperta per noi da un Harcombe in grande forma. Il “Working Terrier Year Books 1978 – 1981” con le sue pagine ed informazioni crea alleanze tra i terrieristi e il mondo che ruota intorno al “field sport”.

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“Dig deep, throw well back” è una tipica espressione dei terriermen inglesi e già ci fa capire di che libro si tratta. L’autore Jonathan Darcy ha scritto questo volume con un intento ben preciso: parlare di “lavoro” con gli occhi di chi “lavora” e non per realizzare un libro come tanti altri. Darcy è anche molto critico nei confronti di taluni scrittori di working terriers, dicendo che parlano di un argomento che non conoscono e che sono persone che non hanno mai “scavato” con i loro cani, ma che in compenso hanno scritto molto, anche troppo. In “Dig deep, throw well back” non si trovano cani da show o ben presentati, ma lavoratori ed aneddoti che li riguardano. I protagonisti principali del libro sono: il lavoro, il digging, i terriers, le volpi e gli sportmen. Attualmente risulta uno dei titoli più venduti in Gran Bretagna, apprezzato dai terriermen–sportmen che ritrovano in queste pagine la loro quotidianità. Jonathan Darcy ha realizzato un ottimo prodotto, caratterizzato da un modo di scrivere genuino e attinente alla realtà, con numerosissime foto di scavi eccezionali, con dei working terriers assolutamente validi. Un libro per tutti gli appassionati del settore e per coloro che vogliono capire l’importanza di questo volume, ovvero: scavare profondamente, levando la terra in maniera corretta. Da leggerlo tenendolo con una mano e con l’altra prendendo un badile, pronti per uscire con i terriers. Buona lettura.

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“WORKING TERRIERS – Their manegement, training and work, etc…” di J. C. Bristow Noble era un libro rarissimo ed introvabile fino a poco tempo fa a causa della tiratura limitata della prima pubblicazione del 1919. Nel 2004 Read Country Books, una casa editrice inglese specializzata in libri per lo sport, ha realizzato la nuova edizione che oggi è possibile reperire. È stata migliorata la copertina, e l’interno del volume è rimasto fedele all’originale, con caratteri piuttosto grandi e foto dell’epoca in bianco e nero di grande fascino, che immortalano uomini e terriers in azione. Degne di nota le immagini con tassi catturati vivi, pesati, e poi rilasciati liberi all’insegna di uno spirito sportivo di altri tempi. È uno dei pochi libri che all’inizio del ventesimo secolo parlava di veri working terriers. J. C. Bristow – Noble era molto conosciuto come esperto allevatore e sportman. I suoi cani erano molto richiesti e alle volte i soggetti in eccesso venivano venduti per £50,00 sterline, una somma enorme per quel periodo. Di lui si diceva che possedesse i “top quality sporting terriers”. Per molti anni Bristow – Noble ha sperimentato vari incroci alla ricerca del suo terrier ideale, che doveva essere di circa 14 libre (6,5 kg), a pelo ruvido e con gameness e abilità lavorativa, con struttura ossea forte ed avente una testa solida in possesso di mascelle robuste. I suoi canoni lavorativi riguardavano un terrier in grado di affrontare tassi, volpi, ermellini, lontre, ecc… Per i suoi incroci utilizzò Fox Terriers, Sealyhams e cross tra terriers di vario tipo che si erano distinti in lavoro. Tutto questo prima di concentrarsi sulla selezione dei Jack Russell Terriers. Le sue regole ferree sull’allevamento, con il tempo, portarono l’autore a possedere un kennel con i migliori terriers conosciuti in tutto il paese. All’interno di “Working Terriers” troviamo capitoli sul tipo corretto di terrier da lavoro, sul ratting, sulla caccia al tasso, alla lontra e, piuttosto inedito, l’utilizzo dei terriers nel controllo delle talpe. Si parla dell’attività venatoria con i furetti ed i cani, delle cure per i terriers e dell’iniziazione dei giovani al lavoro. Libro interessante e pieno di consigli pratici, scritto da un esperto vissuto in un’ epoca affascinante e ormai lontana.

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Jack Barnard fu uno dei pionieri nell’allevamento e nella selezione dello Staffordshire Bull Terrier da esposizione, e come molti dei primi allevatori, considerava il temperamento dei propri cani la massima espressione dello “spirito” della razza. Il libro ripercorre le tappe dell’evoluzione dei Bull and Terrier, sino alla formazione del primo Club che, ancora oggi, “tutela” lo Staffordshire Inglese da esposizione. All’interno troviamo capitoli interessanti, che trattano svariati argomenti: dalla crescita del cucciolo alla sua preparazione per le esposizioni, nonché fotografie di indubbio valore storico. Questo classico dell’editoria specializzata è un’importante sorgente di informazioni per chiunque ami conoscere (quindi capire) la storia e le origini dello Staffordshire Bull Terrier. Jack Barnard scrisse: “Senza dubbio amo vedere uno SBT con lo spirito e le caratteristiche della razza, ma sfortunatamente, la maggioranza dei soggetti attuali (1950) manca di questo spirito. Lancio un appello affinché gli allevatori mantengano intatta la caratteristica principale dello Stafford, quello che noi chiamiamo la sua anima”.

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Questo libro fu scritto da Joseph Dunn, l’artefice principale del riconoscimento dello Staffordshire Bull Terrier da parte del Kennel Club Inglese. Il volume ci trasporta indietro nel tempo spiegando esaurientemente la storia della razza sino al suo riconoscimento “ufficiale” avvenuto nel 1935: le numerose illustrazioni dei primi campioni di bellezza, sono di estremo interesse per ogni appassionato e mostrano il cambiamento morfologico avvenuto nei soggetti selezionati secondo le regole della cinofilia istituzionale. Un volume da collezionare, immancabile nella biblioteca di ogni cinofilo esigente, ricco di informazioni difficilmente reperibili dal semplice amatore.

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“WORKING TERRIERS” di Dan Russell, prima pubblicazione 1948, seconda pubblicazione 1980 da Tideline Books. Un piccolo libro scritto da un personaggio molto noto del settore. Dan Russell era un ex–giornalista e l’interesse per i terriers gli condizionarono le scelte e la vita. L’incontro con Arthur Heinemann fu determinante nel suo cammino; fu proprio questo personaggio carismatico a dare a Dan Russell la prima coppia di Working terriers. Il libro parla di Jack Russell Terriers, Border Terriers, Working Terriers ecc... e analizza il corretto lavoro che questi cani devono fare. Interessanti le considerazioni dell’autore sui terriers duri con sangue bull: dichiara che tali cani sembrano provare gusto a farsi massacrare e che dal punto di vista lavorativo sono poco utili. Una frase significativa a testimonianza di questo concetto è: quando un terrier duro si scontra con un tasso si può stare certi che non sarà il Mustelide a piangere e non ho mai visto un cane ferirne uno in tanti anni che pratico questo sport. Russell fu un grande sostenitore del Jack Russell originario, ma era anche un estimatore del Border Terrier e relativi incroci; infatti il suo miglior cane era un cross tra Border e Sealyham. Lavorò con i suoi terriers per la “Major Smith–Bosanquet”, per la “Enfield Chase Foxhounds” e per il ”Old Berkeley Hunt”, nonché per la famosissima “Exmoor Foxhounds”. Nella sua vita con i terriers non disdegnò neanche i famosi show per working terriers giudicandone alcuni, incluso il Great Yorkshire Show ed il Kent Country Show. Dan Russell contribuì molto alla divulgazione della cultura terrieristica Britannica, donando la propria sapienza e supporto nello “Shooting Times and Country Magazine”, occupandosi della colonna terriers.

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Un libro valido, strutturato in modo non convenzionale. “The world of the Working Terrier” ci accompagna nell’ambiente con uno stile tutto particolare, come soltanto David Harcombe sa fare. L’autore, noto terrierman e scrittore, ci illustra i terriers da lavoro partendo più dai racconti vissuti che non dalle teorie della cinofilia da biblioteca. Aneddoti di vita, profili di cani e sportmen conosciuti, sono lo spunto per far capire al lettore come è un Working Terrier, come deve lavorare e le diverse caratteristiche che contraddistinguono i singoli cani e relative razze. Non manca mai all’interno di questo volume un’ironia pungente e provocatoria nei confronti dei Club ufficiali e del mondo delle esposizioni, senza mai perdere di vista l’argomento principale che è: il lavoro in tana e le qualità che un vero terrier deve possedere. “The world of the Working Terrier” è considerato una pietra miliare nella letteratura dello sport con i cani, ed è apprezzato da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di leggerlo. Jonathan Darcy, autore inglese di libri sui cani da lavoro, scrive a proposito: “The world of the Working Terrier” è un libro superbo, scritto bene, da una persona che ha lavorato con i terriers per tutta la sua vita; probabilmente il miglior libro che uno può comprare.

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“Working Terriers, Badgers & Badger Digging” di H. H. King, la prima stampa risale al 1931 e trovarne una copia dell’epoca risulta praticamente impossibile. Read Country Books ha deciso di farne una ristampa, creando un’edizione limitata di soltanto 250 copie, numerate e firmate dall’editore. Il testo risulta arricchito da 20 pagine extra, riguardanti articoli rari con fotografie; lo scritto aggiunto è stato stampato con caratteri più piccoli ed include “Hunting Brock The Badger” by J.C. Bristow-Noble, “The Badgers of Badgworthy” by Peep-Out and Snowstorm (The Dig) ed un poema di John Clare sulla persecuzione del tasso. Nel capitolo i: working terriers, l’autore spiega il lavoro che un buon terrier si trova ad affrontare e descrive le varie differenze in base al selvatico cacciato. Traccia un suo profilo per il cane ideale, prendendo in considerazione anche la potenza della testa del terrier che lavora sul tasso. Nel capitolo ii: the early training of a working terrier, descrive l’avviamento e l’addestramento al lavoro, partendo dal cucciolo fino ad arrivare al cane adulto. Molte nozioni sono certamente attuali, malgrado sia passato del tempo, ma il lavoro di un terrier è universale e non conosce il trascorrere degli anni e delle stagioni. Nel capitolo iii: the badger, l’autore esprime la propria conoscenza sul tasso, tracciandone un profilo dettagliato: la vita, le abitudini, l’alimentazione ecc..menzionando il grande rispetto che nutre nei confronti di tale mustelide. Nel capitolo iv: badger–digging, c’è la spiegazione di questo sport che, in molti casi, vedeva l’epilogo della caccia con il rilascio del tasso catturato in un’altra area. L’autore ci tiene a fare una netta distinzione tra lo sport del badger–digging (reputandolo non cruento) e quello del badger–baiting ritenendolo non etico e sottolineando che non ha esperienza in quest’ultimo dominio. C’è anche una descrizione di come catturare i tassi nelle ore notturne, con l’aiuto dei segugi e di appositi sacchi da cattura posti alle entrate delle tane. In poche parole si può definire un buon libro, scritto da una persona con grande esperienza, vissuta in un’epoca dove era legale cacciare l’antagonista per eccellenza per ogni terrier: il tasso.

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“I Terriers di tipo Russell”. Anche se non mi considero un “esperto” di lunga data nel mondo dei Working Terriers, non sono certamente un principiante, e queste mie parole sono il frutto dell’esperienza maturata in circa 16 anni di allevamento e di ricerca. Sono convinto che il lavoro di Piacentini sia un classico della letteratura cinofila sportiva, uno di quei rari testi che resisterà con forza al passare del tempo. In questi lunghi anni di allevamento e di “sport” con i miei Terriers, ho sempre ricercato quelle opere letterarie indispensabili per comprendere pienamente la storia e le motivazioni, che spinsero i nostri predecessori, a selezionare determinate caratteristiche morfo-funzionali nei loro soggetti: autori del calibro di Captain J.M. Lucas, P. O’Conor, D. Harcombe, ecc hanno certamente formato intere generazioni di sportman. Daniele Piacentini, con eguale competenza, ci ha donato un libro vero, diretto e ricco di informazioni riguardanti la storia e l’evoluzione dei Terrier di Tipo Russell. Un testo unico nel suo genere, in grado di “raccontarci” la vera selezione attuata per creare questa tipologia di Working terriers, oggi come non mai a rischio di stravolgimento genetico e morfologico, soprattutto perché, i nuovi allevatori, non possono facilmente accedere a delle informazioni non manipolate dalla cinofilia ufficiale. Grazie ai libri come questo di Piacentini, la vera storia delle razze Terriers da lavoro non cadrà nell’oblio ed il lavoro svolto dai vecchi sportmen vivrà per sempre nel nostro lavoro di selezione presente…

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La casa editrice Fieldfare è riuscita a produrre il migliore dei “The Working Terrier Year Books 1987 – 1991” raggruppando 5 anni di pubblicazioni, selezionandone le più valide. I lettori possono godere di una letteratura cinofila autentica che li porta direttamente a contatto con la storia dei terriers da lavoro e di quei personaggi che hanno segnato un’epoca. Figure come Bert Gripton (Jack Russell Terrier), Barry Jones (Russell Terrier), Ken Gould (Patterdale e Jack Russell Terrier), Kevin Ellacott (Russell e Patterdale Terrier), Arthur Nixon (Russell Terrier), John Park (Fell Terrier), Morris Richardson (Working sealyham Terrier), Peter Gorman (Irlandese - Wheaten e Staffordshire Bull Terrier), Ron McCoy (Black Fell Terrier), Glyn “Badger” Thomas (Russell e wheaten Terrier), Jocelyn Lucas (Sealyham Terrier), ecc… tutti “terriermen” in un unico libro, presentato con copertina rigida e fotografie di lavoratori. Oltre 160 immagini, più di 420 pagine e un autore-redattore dalla reputazione eccezionale: David Harcombe. Un testo imperdibile, che farà la gioia degli sportmen, dei semplici appassionati di terriers e dei collezionisti. “The Working Terrier Year Books 1987 – 1991”, un libro del passato che può definirsi attuale e al passo con i nostri giorni. Non si tratta di semplici pagine scritte, ma di uno stile di vita, dove i terriers e gli uomini hanno condiviso anni duri ma felici, in una sorta di complicità, amicizia e rispetto, difficilmente riscontrabile oggi. Un terrier insieme a un uomo vero, genuino: un binomio vincente, l’essenza stessa che ha portato il cane al nostro fianco.

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Per coloro che sono abituati a vedere i moderni Bedlingtons, toelettati come agnellini, questo libro risulterà scioccante. Apprendere notizie su uno dei terriers più game mai esistiti, tanto che in passato era considerato l’ideale per un cane da tana, può significatamene farci comprendere i cambiamenti avvenuti all’interno dei circuiti espositivi. In “The Working Bedlington” troviamo figure come il leggendario George Newcombe, un uomo che ha dedicato la vita alla selezione e rinascita del Working Bedlington, tanto da non esitare ad incrociare i suoi cani con altri terriers da lavoro, pur di ridare linfa e qualità ad una razza in decadenza. Tale scelta lo ha portato a separarsi dal club pur di perseguire il proprio scopo. Oggi i suoi Rillington Bedlington sono visti dai puristi come cani eccezionali, ma il Kennel Club li considera meticci!!! Si può affermare che ai nostri giorni esistono ormai due tipi di Bedlington: uno con tratti del Levriero e del Barboncino, più gracile ed elegante ma che del terrier ha poco ed è il Bedlington ufficialmente riconosciuto, e un altro con caratteristiche differenti dove si può notare più potenza e struttura, dovuta alla ricerca delle vecchie linee miscelate con i Working Terriers attuali. Per gli appassionati dell’insolito e della storia delle razze, questo libro apre porte che la cinofilia ufficiale preferirebbe tenere chiuse e che ci fa comprendere l’assurdità dell’involuzione delle razze da lavoro, portate al regresso totale. Quello che in passato era il terrier per eccellenza, utilizzato per la creazione di molti altri tipi da lavoro, oggi è costretto ad attingere sangue nuovo per poter ritrovare la propria identità di lavoratore.

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La prima pubblicazione risale al 1920, periodo in cui il Sealyham Terrier ha goduto del grande interesse del pubblico. Lucas era uno sportman e probabilmente il divulgatore della razza più conosciuto: i suoi Ilmer (nome dell’affisso) erano i più richiesti Sealyhams e molti furono i cani di questo canile ad essere esportati per fondare i Kennel di tutta l’Europa. All’epoca non si può negare che Jocelyn M. Lucas era un venditore di cani, ma allo stesso tempo li utilizzava per lo sport. Alcuni dei soggetti più conosciuti e famosi quali: “Ilmer Jack”, “Champion Cocktail”, “Jill” e molti altri ancora, oltre a rappresentare l’esempio per lo standard morfologico, erano utilizzati regolarmente in lavoro, specialmente sul tasso. Il tratto più originale del libro è dato dalla grande quantità di fotografie dei soggetti, piuttosto inusuale per l’epoca; tutte immagini di qualità e con cani piazzati in pose classiche. Oltre al lato storico della razza, origini, standard, carattere, ecc… “The Sealyham Terrier” ci porta indietro nel tempo, con scene di caccia dove si può interpretare lo spirito che muoveva le giornate all’insegna dello sport. Si vedono uomini e donne, vestiti in maniera impeccabile, da veri gentlemen, con al fianco i cani reduci dai digging. Di indubbia qualità ed interesse il “tailing”, cioè la tecnica usata per afferrare il tasso dalla coda una volta stanato. È forse uno dei pochi libri dove si può vedere realmente l’uso delle “tongs”, i famosi tanaglioni metallici impiegati per l’immobilizzazione dei combattivi mustelidi. Imperdibili le rare fotografie della muta di Sealyham utilizzata da Lucas per “l’Otter Hunting”: uno spettacolo unico, con più di una decina di terriers che insieme perlustrano fiumi e corsi d’acqua, non esitando ad affrontare il selvatico nel proprio habitat naturale. Un libro semplice e affascinante, capace di trasportare il lettore in epoche lontane e in grado di entusiasmare chiunque; anche i non devoti ai Sealyhams, non possono restare indifferenti a questo pezzo di storia terrieristica.

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